La mostra di Carlo Gloria, "Tutti", è aperta dal 25 Novembre 2010 al 20 Gennaio 2011 presso Onderoad, Strada Pianezza 289, Torino.
La mostra Tutti, basata su una selezione di lavori realizzati da Carlo Gloria negli anni 2008-2010, è una mostra di ritratti. Si inserisce perciò in uno dei filoni chiave dell’arte figurativa, il cui senso e valore sono però stati in qualche modo banalizzati in tempi odierni, a causa dell’invenzione e diffusione della fotografia (e questo nonostante molti fotografi, proprio con la ritrattistica, abbiano saputo creare una vera e propria nuova arte a sé stante). L’osservazione non è casuale, perché è esattamente al confine fra pittura e fotografia che si inserisce il lavoro di Carlo Gloria. Le opere esposte, infatti, sono nella maggior parte dei casi oli o ricami su base fotografica: il punto di partenza è perciò la fotografia digitale, ma il punto di arrivo passa necessariamente attraverso un intervento “manuale”, con la pittura a olio o con la cucitura. Ovviamente non sono più re e regine, generali o prelati a essere ritratti, ma uomini comuni, contemporanei, reali per realtà e non per regalità. Il risultato è una sorta di “catalogo dei viventi” in cui l’artista non ricerca più il singolo soggetto, ma il tipo umano a cui il soggetto può assomigliare, con un intento classificatorio capace di capovolgere ogni individualismo. I soggetti qui sono sagome i cui i dettagli si perdono nelle sfumature cromatiche, perché il tema centrale della ricerca di Carlo Gloria è l’ombra, l’indefinito, l’indistinto. Lui stesso ha dichiarato: “Questi ritratti devono assomigliare, non essere identici: il gioco è che se qualcuno si riconoscerà nel ritratto di qualcun altro, capirà di assomigliare a qualcun altro. A quel punto si è innescato un lavoro mentale, la scoperta – contro ogni individualismo – che ci assomigliamo, universalmente.” Così, nel limbo bianco dello sfondo, immobili, non sono i soggetti a venirci incontro con il loro realismo: siamo noi a tuffarci in quest’atmosfera onirica per ritrovarci immersi in una quiete assoluta, dominati da un senso di incombenza, ma non di solitudine, intenti a indovinare i tratti precisi dei volti, le pose esatte, le forme dei corpi e degli abiti. È proprio questo mondo indefinito che permette di marcare la distanza con quella tipologia di ritratti con cui il mondo odierno ci mette costantemente e inconsciamente a contatto in ogni momento della giornata: i ritratti “ombra” di Carlo Gloria sono lontani anni luce dal mondo della pubblicità, dei giornali, dei manifesti (e anche dal mondo schizofrenico del web), ma sono anche molto lontani dal soddisfare quella “necessità” insita nel ritratto, ovvero il desiderio e l’ambizione di colui che è raffigurato di tramandare ai posteri la propria immagine, come testimonianza del proprio passaggio. Ciò che qui si comunica, invece, è un’immagine tenue, delicata: un’immagine sfumata e, perciò, universale.
TUTTI is an exhibition of portraits realized by Carlo Gloria from 2008 to 2010. Therefore it belongs to figurative art, whose meaning and value have been trivialized in modern times, due to the invention and spread of photography (and this in spite of many photographers, with the portraiture, have been able to create a new real art). The observation is not accidental, because it is exactly on the border between painting and photography that the work of Carlo Gloria fits. In fact, the works exposed are, in most cases, oil paintings on photographic basis: the starting point is the digital photography, but the point of arrival is necessarily based on a “manual” intervention of the artist with oil painting and/or with sewing. Obviously they are no longer kings and queens, generals or prelates to be portrayed, but ordinary and contemporary men, which are real for reality and not for royalty. The result is a "living catalog" in which the artist does not search the individual subject, but the human type to which the subject may look like, with a purpose of classification that can turn any individualism. The subjects are shapes whose details are lost in the chromatic shades. The central theme of Carlo Gloria’s research is the shadow, the undefined, the indistinct. He said: "These portraits should just look like, not be identical. The game consists in it: someone will recognize himself in the portrait of someone else and he will understand to look like other people. In this way a mental work started: the discovery - against any individualism - that we are universally alike”. The subjects of the works stay motionless into the white limbo of the background and we lose ourselves in this dreamy atmosphere, in an absolute quiet, dominated by a sense of task, but never lonely. We try to guess the exact traits of the faces, the correct poses, the forms of bodies and of clothes. This indefinite world marks the distance with that kind of portraits which the modern world puts us constantly and unconsciously in touch with, in every moment of the day. "Shadow portraits” of Carlo Gloria are light years away from the world of advertising, newspapers and posters (and also from the schizophrenic world of the web), but they are also very far from satisfying the embedded "necessity" of the portrait: the desire and ambition of one who is portrayed to hand down to descendants his own image, as a proof of his existence.
However, what Carlo Gloria wants to communicate here, is an image soft, delicate, blurred and, therefore, universal.